Facciamo uso di strumenti come lame, bruciatori e bisturi con l’ausilio di apparecchiature elettroniche, meccaniche o digitali. Poi ci sono setole, oli, acrilici e bitume giudaico. Nel momento dell’effettiva produzione del materiale visivo prediligiamo quei dispositivi consumer a “bassissima” definizione, meglio ancora se alterati nelle funzionalità per cui sono stati progettati. In altri termini ci piace adoperare una tecnologia avariata, ripristinare un’efficacia deviante all’obsolescenza e agli apparecchi reietti da quella produttività intesa come etica macchinica. La gamma cromatica delle “visioni QRS” è tenuta costantemente ridotta. Facciamo in modo che i componenti necessari alla realizzazione dei pezzi siano il più possibile resistenti, leggeri e maneggevoli. Mentre i procedimenti per generare le nostre immagini sono pensati per essere controllabili e ripetibili in ogni fase.